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L'outlook della settimana. Il punto al 4 novembre 2025

Tra stabilità e fiducia l’economia che cambia

L’autunno 2025 consegna un quadro economico europeo più stabile, pur tra molte incertezze. 
Secondo Eurostat, l’inflazione dell’area euro si attesta al 2,1% a ottobre, in calo rispetto al 2,2% di settembre, mentre in Italia – stima Istat – la crescita dei prezzi rallenta all’1,2%, sostenuta dal calo dell’energia e degli alimentari non lavorati.
È un contesto che ha spinto la Banca Centrale Europea a mantenere invariati i tassi d’interesse, avendo raggiunto un equilibrio di medio periodo vicino all’obiettivo del 2%. La BCE guarda anche al futuro: il progetto dell’euro digitale entra nella fase preparatoria che potrebbe condurre a una sperimentazione nel 2027 e, se la normativa verrà approvata, alla prima emissione nel 2029.

Industria europea in lieve ripresa, ma ordini stagnanti

Dopo mesi di debolezza, la produzione manifatturiera dell’Eurozona, secondo gli indici HCOB PMI® Settore Manifatturiero, mostra modesti segnali di recupero, pur frenata dalla stagnazione dei nuovi ordini e dal calo occupazionale . Anche in Italia, secondo le più recenti indagini congiunturali, lo stato di salute del settore manifatturiero è rimasto complessivamente stabile: la produzione è tornata a crescere, seppur leggermente, mentre la tendenza al ribasso dei nuovi ordini ha perso slancio ed è risultata solo marginale. 

Fiducia e crescita moderata

L’economia italiana resta ferma ma non si spegne. La stima preliminare del PIL per il terzo trimestre 2025 indica una crescita nulla rispetto ai tre mesi precedenti e un aumento tendenziale dello 0,4%. La crescita acquisita per l’anno resta dello 0,5%. L’industria e i servizi mostrano un lieve calo del fatturato ad agosto (Istat), ma le aspettative delle grandi imprese restano positive: quasi la metà prevede un aumento della produzione, secondo l’indagine rapida Confindustria di ottobre.
La fiducia, elemento cruciale per la ripresa, torna a salire. Gli indici di Istat segnalano un miglioramento per il secondo mese consecutivo sia tra le imprese sia tra i consumatori. Sono segnali che fanno ben sperare, incoraggianti sulle prospettive a breve della nostra economia, commenta l’Ufficio studi di Confcommercio.  Anche il mercato del lavoro (Istat) contribuisce al clima di fiducia: a settembre, il tasso di occupazione raggiunge il 62,7%, quello di disoccupazione il 6,1%, mentre cala il tasso di inattività (33,1%). Le retribuzioni contrattuali crescono più lentamente, ma restano superiori all’inflazione, segno di una tenuta del potere d’acquisto. Puntando un faro sul territorio, attraverso il  Report Congiunturale di Confcommercio Treviso e Banca Prealpi SanBiagio, realizzato con Format Research, troviamo imprese resilienti, occupazione stabile e una capacità finanziaria superiore alla media nazionale.

Nuove energie e industria della cultura

Un altro segnale di vitalità arriva dalle imprese straniere: secondo Unioncamere, a fine giugno 2025 erano 678 mila, l’1,7% in più rispetto all’anno precedente, con un saldo positivo di oltre 16 mila unità. È un dato che testimonia la capacità del tessuto produttivo italiano di attrarre e integrare nuove energie, spesso protagoniste nelle micro e piccole imprese del commercio e dei servizi.
Il commercio estero, intanto, mostra una dinamica in recupero: a settembre, l’export verso i Paesi extra UE cresce del 5,9%, trainato dai beni strumentali (+14,7%) e in particolare dai mezzi di navigazione (Istat).

L’Italia sembra avviata a terminare il 2025 con un’economia prudente ma non immobile: i prezzi si stabilizzano, il lavoro cresce, la fiducia si ricostruisce.

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